ALBA AMICORUM, IL 'FACEBOOK E LINKEDLN' DEL 500

La condivisione è una delle migliori armi per coinvolgere l'essere umano in una qualsiasi attività. L'azione del condividere è un modo per esprimere agli altri la nostra personalità, permette di accrescere i contatti con le persone con interessi simili, e consente di definire a noi stessi il nostro essere.





Il tema è strettamente legato ai social network che fanno leva su tale aspetto psicologico per fidelizzare gli iscritti. 
Ma la faccenda è tutt'altro che moderna. Già nel '500 la brama di far conoscere ai propri amici le proprie esperienze era considerata di primaria importanza: non è tutto, all'epoca già esisteva qualcosa di molto simile a Facebook...

Si chiama "Alba Amicorum", tradotto come "Libro degli Amici": un quaderno in cui annotare esperienze, testi musicali e disegni per poi condividerli con i conoscenti.

Veniva usato dai giovani del nord Europa per stabilire relazioni personali e professionali. Si usava portare il libro durante i viaggi per poi raccontare al ritorno i propri commenti e iniziare una conversazioni a tema.

Presto il libro divenne uno status symbol e si cercava di riempire le sue pagine il più possibile.

immagine: Wikimedia Commons

Gli incontri venivano documentati con delle dediche scritte sulle pagine del libro, spesso accompagnati da ritratti dei nuovi conoscenti.

immagine: Wikimedia Commons
Dimostrare di conoscere una persona aveva lo stesso significato della notifica che oggi compare quando 'si stringe amicizia' con un utente del social media.

I ricercatori hanno stabilito che il libro cominciò ad essere popolare a partire dal 1560.

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